Scadenza incasso assegno bancario non trasferibile




Oggi vediamo come funziona la scadenza assegno bancario non trasferibile. In molti ricorrono a un assegno bancario per pagare determinati importi, e anche l’assegno risulta loro familiare come mezzo di pagamento possono non sapere che anche un assegno bancario ha una scadenza, che il cliente della banca deve rispettare per non rischiare di incorrere in problemi relativi al cambio dell’assegno. Vediamo, quindi, quali sono le norme e come si fa a capire qual è la scadenza di un assegno bancario non trasferibile e come capire la validità di un assegno bancario.

Scadenza assegno bancario non trasferibile

L’assegno bancario è un titolo di credito che il cliente richiede alla propria banca per pagare importi già disponibili presso il proprio conto in banca. Ciò significa che, quando si paga tramite assegno bancario circolare non trasferibile, l’importo che viene riportato su tale documento è immediatamente disponibile presso la banca di riferimento, per cui il beneficiario dell’assegno può andare a riscuoterlo in qualsiasi momento e chiedere di cambiare l’assegno in contanti.

Durata assegno e quando scade un assegno

L’assegno bancario è sempre pagabile a vista, ma va presentato presso la banca d’interesse entro otto giorni dall’emissione se si tratta di un assegno su piazza, ovvero quando risulta pagabile nello stesso comune, se invece si tratta di un assegno fuori piazza, ovvero pagabile in un comune diverso, dev’essere presentato in banca entro quindici giorni dall’emissione.



Il termine si allunga a venti giorni se si tratta di un assegno bancario pagabile in un paese dello stesso continente, mentre arriva a sessanta giorni se tale assegno è pagabile a vista in un paese di un altro continente. La legge permette a chi ha emesso l’assegno di poter revocare l’ordine di pagamento se l’assegno bancario è stato presentato in banca dopo la scadenza del termine, mentre prima della scadenza la banca può pagare o meno l’assegno al portatore ed è libera da qualsiasi responsabilità verso chi ha emesso l’assegno e verso chi dovrebbe incassarlo.

La possibilità di revoca del pagamento dell’assegno deriva dall’esigenza di consentire a chi ha emesso l’assegno di poter disporre liberamente della provvista sul conto dopo un certo periodo di tempo. Infatti, i termini di scadenza servono proprio a limitare il periodo in cui la provvista dovrà risultare intatta sul conto, anche perché emettere un assegno senza alcuna provvista rappresenta un illecito amministrativo.

Una volta deciso di revocare l’ordine di pagamento dell’assegno, questa decisione dovrà subito essere comunicata alla banca in forma scritta. Il beneficiario dell’assegno, che non potrà più  godere del pagamento dello stesso dopo la revoca, può però esercitare azione di regresso verso il traente, i giranti e gli altri obbligati per ottenerne il pagamento entro sei mesi dalla presentazione dell’assegno.

Validità assegno bancario

Si può quindi affermare che la validità di un assegno bancario viene limitata proprio dalle potenziali azioni di regresso oltre ai termini previsti e suddetti di incasso dello stesso, superati i quali non si va incontro al decadimento dell’assegno, ma la banca può disporre del diritto di revoca senza che il beneficiario possa agire per vie legali.