Recupero crediti, cos’è e come funziona




È possibile che durante la propria attività un’impresa o un privato non riescano a onorare dei debiti e quindi non possano più corrispondere le cifre ai propri debitori. Come si possono recuperare tali somme, soprattutto se si tratta di importi ingenti?
Il recupero crediti permette a imprese o privati di poter vedere garantiti i propri diritti di ottenimento di eventuali somme non pagate dai propri debitori: infatti, l’attività di recupero crediti consente a dette imprese di riuscire ugualmente a incassare i crediti elargiti. In tutti i casi di inadempienza di un soggetto, il creditore che vuole recuperare il proprio denaro deve rivolgersi subito all’autorità giudiziaria per ottenere un decreto ingiuntivo dal giudice.

Recupero crediti, cos'è e come funziona

Recupero crediti

Quindi il creditore intima al proprio debitore di pagare le somme dovute entro un breve termine, che si aggira intono ai dieci giorni, prima di richiedere l’esecuzione forzata del recupero crediti.

Se il debitore ha lasciato un assegno o una cambiale scoperti, il creditore può infatti richiedere l’esecuzione forzata così da ridurre i tempi e i costi della pratica di recupero crediti. In pratica al creditore serve una sentenza o un provvedimento, che autorizzano la riscossione delle somme di denaro.

Recuperare i crediti, nel caso in cui il credito da recuperare sia stato inglobato in una cambiale o assegno, alla scadenza gli stessi diventano automaticamente esecutivi, per cui il creditore può procedere con il recupero attraverso un precetto di pagamento. Un altro procedimento molto usato da chi cerca di recuperare il proprio denaro è il decreto ingiuntivo, ovvero un ordine di pagamento mandato al debitore da parte del giudice che può essere direttamente di tipo esecutivo in modo che il creditore possa agire da subito senza iniziare la tradizionale azione giudiziaria.




Il procedimento ordinario nel recupero crediti, invece, serve per accertare l’esistenza e la consistenza della somma da riscuotere e, quindi, condannare al pagamento il debitore. L’azione giudiziaria viene prima preceduta dal una sorta di invito per iscritto al pagamento del debito. Anche se si decide di affidarsi a un’agenzia di recupero crediti, la prima cosa che questa manderà al debitore è la diffida di pagamento che invita il debitore a onorare il suo debito entro una certa scadenza. In genere, però, il debitore non onora così presto il suo debito, per cui l’agenzia di recupero crediti è costretta a proporre un pagamento a rate del debito contratto, ma se nemmeno questa opzione ottiene il risultato sperato, allora si procede con la messa in mora.

Quindi si manda un’ingiunzione di pagamento come suddetto, per cui il debitore deve pagare non solo il proprio debito ma anche gli interessi per ogni giorno di ritardo. Sebbene tosto, anche questo provvedimento può fare un buco nell’acqua, per cui si procede con l’esecuzione forzata: in base a tale atto, il debitore ha quaranta giorni di tempo per opporsi al decreto ingiuntivo dando luogo a una causa, oppure può non opporvisi dando il via al sequestro e alla vendita dei beni in suo possesso finché non venga onorato il debito.

Il creditore, inoltre, può anche chiedere al giudice che i beni del debitore vengano pignorati, ma in questo caso è sempre meglio accertarsi che esistano dei beni da poter pignorare, altrimenti nessuna azione legale può aver luogo in mancanza di beni patrimoniali o di una buona situazione economica del debitore.