Prestazioni occasionali da dichiarare nel 730




Il lavoro flessibile ha fatto si che sempre più figure si siano moltiplicate all’interno del mercato: dai lavoratori atipici ai titolari di partita iva fino a coloro che effettuano prestazioni occasionali, vediamo quindi le prestazioni occasionali da dichiarare nel 730.

Le prestazioni occasionali rappresentano una forma di lavoro ed in quanto tali e sottoposte a tassazione, vanno dichiarate in sede di compilazione del modello 730.

Quando viene emessa la ricevuta per prestazione occasionale, viene decurtato il 20% del lordo, come ritenuta d’acconto la quale è appunto un acconto che si versa all’Agenzia delle Entrate. Alla fine dell’anno solare, sulla base dei nostri redditi, si dovrà pagare il saldo.

Prestazioni occasionali da dichiarare nel 730

Questa tipologia di lavoro è stata introdotta con la riforma del lavoro del 2003 con la Legge Biagi e per essere ritenuta valida deve rispettare questi punti:

-non dev’essere un’attività abituale;

-dev’essere un’attività non professionale;

-non deve svolgersi con continuità;

-non dev’esserci una coordinazione.




Il datore di lavoro delle prestazioni occasionali deve aver cura di versare all’Agenzia delle Entrate per nostro conto la ritenuta d’acconto pari al 20% dei redditi percepiti. Nel momento in cui effettuiamo la dichiarazione dei redditi dichiariamo l’ammontare dei compensi per poi chiedere un rimborso o saldare il debito con l’erario.

Le collaborazioni occasionali si indicano nel 730 nel quadro D del modello 730 /2012. L’importo andrà indicato nella riga D5: il compenso lordo nella colonna 2 mentre la ritenuta subita va invece nella colonna 4.

Gli importi sono indicati dalla certificazione dal sostituto d’imposta, che viene inviata per posta dal datore di lavoro delle prestazioni occasionali.

La prestazione occasionale quindi è a tutti gli effetti un sistema di lavoro, particolarmente apprezzata in caso di doppio impiego o dai giovani che non hanno redditi elevati e non intendono aprire la partita iva che implicherebbe costi più elevati. Questa forma di lavoro è indicata per coloro che stanno avviando una libera professione e che vogliono valutarne l’andamento senza però essere legati ad un regime fiscale più restrittivo.