Come vendere su internet senza partita iva




Come vendere su internet senza partita iva? Se siamo dei lavoratori occasionali non titolari di partita iva e dobbiamo emettere fatture per i nostri clienti dobbiamo sottostare a delle regole importanti che permettano di rispettare i termini di legge e di non evadere il fisco.

Se non abbiamo la Partita IVA e il lavoro che andremo ad effettuare è una prestazione occasionale possiamo emettere una ricevuta per prestazione occasionale ovvero una ricevuta intestata al nostro codice fiscale senza bisogno di avere la partita IVA.

Le regole da rispettare sono semplici: il reddito derivante da queste collaborazioni non deve superare i 5000 euro netti all’anno e il rapporto di lavoro non deve superare, nell’anno solare, i 30 giorni con lo stesso committente.

Come vendere su internet senza partita iva

Le prestazioni occasionali sono soggette a ritenuta d’acconto, pari al 20% del lordo. Le fatture per le prestazioni occasionali contengono i nostri dati anagrafici, quelli del committente, l’importo lordo e quello al netto della ritenuta d’acconto per prestazioni occasionali.

La ritenuta d’acconto pari al 20% dell’importo va versata dal committente perché è lui il sostituto d’imposta che si occuperà del versamento.

Di seguito un fac-simile:

Nome e Cognome
Indirizzo
Telefono
Codice Fiscale

Spett.le
Indirizzo
Partita IVA

Nota n. ___ (il numero della nota dobbiamo inserirlo noi) del (data)

Io sottoscritto/a , nato/a a __________ il ____________ e residente a ________

in via ________________________ al n. ________________________

DICHIARO DI RICEVERE

in data ____________la somma di € per il lavoro occasionale di _______________

eseguito nel periodo ____________

Compenso euro
Percentuale Ritenuta d’acconto 20% euro
Netto a pagare euro

La prestazione occasionale é esclusa dall’applicazione dell’IVA (art. 5 del D.P.R. n. 633 del 26 ottobre 1972), da inquadrare tra i redditi di cui all’art. 81 comma 1, lettera L, del D.P.R. 917/86.




Pagamento da effettuarsi a mezzo bonifico:
Istituto di credito:________________________
IBAN:_________________________________
Conto intestato a:________________________

Data e Firma

Con il trascorrere del tempo internet è diventata la vetrina per il futuro e sempre più persone si approcciano alla rete con l’intenzione di trarne dei benefici o ancora, di trovare un lavoro. In tempi di crisi sempre più attività chiudono i battenti strette tra la morsa delle tasse.

Proprio per questo motivo la rete diventa uno spazio interessante all’interno del quale creare delle prospettive lavorative. Il commercio elettronico a distanza è diventato un’opzione che permette anche ai piccoli rivenditori di potersi creare uno spazio in un mercato molto più vasto rispetto a quello della propria città.

Come vendere su internet senza partita iva, ma conviene? Aprire una partita IVA per vendere on line è un vero onere nonostante esistano alcune agevolazioni come il regime dei minimi. Per questo motivo agli inizi dell’attività è consigliabile appoggiarsi a siti appositi sui quali è sufficiente registrarsi fornendo i propri dati e un indirizzo e-mail.
Il portale in questione permetterà al venditore l’ inserimento dei propri annunci secondo le diverse categorie accompagnati da foto specifica sia a titolo gratuito che previo pagamento di una piccola commissione sul venduto.

Senza partita IVA è quindi possibile iniziare un’attività di vendita online occasionale con un compenso netto che non superi i 5000 euro annui e i 30 giorni lavorativi annui e i redditi derivanti andranno dichiarati con il modello 730 o con il modello Unico.

Per fatturare i compensi sarà sufficiente emettere una fattura di natura occasionale senza inserire la ritenuta d’acconto perché si tratta di una prestazione che avviene tra privati. Il cliente non ha partita iva e non può intendersi come sostituto d’imposta che versa la ritenuta d’acconto al nostro posto, come avviene nei contratti occasionali classici.